Profilassi antibiotica

Profilassi antibiotica

La scoperta della relazione tra intervento odontoiatrico e infezioni a distanza risale già dall’inizio del Novecento, quando furono rilevati i primi casi di endocardite batterica collegati a interventi di chirurgia orale.

 

La profilassi antibiotica in odontoiatria è una procedura che serve a ridurre il rischio di infezioni a distanza o a seguito di un intervento odontoiatrico. Le infezioni possono essere generate dal passaggio di microrganismi dal cavo orale al torrente circolatorio.

La terapia antibiotica, invece, presuppone la presenza di un’infezione all’interno del cavo orale e gli antibiotici che vengono somministrati in modo da eliminare tutti i microrganismi responsabili.

 

Se dei microgranismi penetrano all’ interno di un endocardio compromesso possono determinare la comparsa di una endocardite con gravi conseguenze sulla funzionalità del cuore abbassando l’efficacia della funzione di una terapia antibiotica durante il corso dell’infezione.

 

L’endiocardite infettiva è una patologia trattabile, ma se non viene tempestivamente trattata può essere fatale. L’infezione può portare a gravi conseguenze come insufficienza o stenosi valvolare, ascessi miocardici o aneurismi micotici.

 

Nel corso degli anni si è scoperto che la somministrazione di antibiotici prima di un intervento odontoiatrico è in grado di prevenire e ridurre considerevolmente la comparsa e la durata degli episodi di batteriemia.

 

Per questo motivo tutti gli odontoiatri procedono con la  profilassi antibiotica in tutti i pazienti con cardiopatie a rischio di endocardite, anche per evitare contestazioni in seguito per esempio alla comparsa di un episodio di endocardite batterica in un paziente sottoposto a intervento odontoiatrico nelle settimane precedenti.

 

La raccomandazione di eseguire la profilassi antibiotica viene estesa negli anni anche a pazienti con protesi articolari complesse  o a pazienti immunodepressi, in modo da evitare la comparsa di infezioni a distanza che potessero compromettere la funzionalità della protesi o di aggravare la situazione legata all’immunodepressione.

 

 

Tutti coloro che dovendo sottoporsi a trattamenti odontoiatrici, anche poco impegnativi e di routine, ritenuti “pazienti a rischio” devono sottoporsi a profilassi come nella chirurgia più impegnativa.